Avete presente la sensazione esaltante che si prova nel essere testimoni di una nascita?
Quel brividino lungo la schiena che annuncia qualcosa di entusiasmante? Ecco, è più o meno ciò che ho provato ieri sera alla cena di “anteprima” per la stampa (il suo “debutto in società” avverrà invece al Vinitaly fra qualche giorno, ndr.) organizzata dall’azienda Mandrarosaa nel noto ristorante messinese Kajiki.
Protagonista assoluto della serata il nuovissimo Calamossa Rosè, blend di tre diversi vitigni, in cui il Pignatello (Perricone), svetta su tutti per la sua morbidezza e il tannino elegante. Profumi che si susseguono rincorrendosi in un giocoso turbinio fruttato e speziato al tempo stesso. Bolla fine e persistente, sapido e voluttuoso, ha saputo accompagnarsi alla perfezione con la fragrante tempura e con i sempre deliziosi gyoza proposti dallo chef di casa Kajiki.
In un altalena di sapori è toccato, poi, ai freschi e coinvolgenti Larcèra e Urra di Mare (rispettivamente un Vermentino siciliano Bio dal profumo verde e delicato e un Sauvignon Blanc dalle spiccate note salmastre) accompagnare i classici noodles di riso e l’imperatore di tutte le cene al Kajiki: sua maestà il Sushi!
Momenti di piacere assoluto hanno contraddistinto l’intero evento, grazie alla solare accoglienza di Federica Muscolino accompagnata anche da Giovanni Saladino (Pubbliche Relazioni), Antonio Starrantino (agente per Messina e provincia) e Pietro Martino (agente per la Calabria).
Una cena che certamente non dimenticherò molto presto, grazie anche all’ ineguagliabile Michele Salerno che ancora una volta ha saputo superare se stesso in un cocktail con base passito di Pantelleria Doc Serapias di Mandrarossa, impreziosito dalle note decise e acidule dei funghi Shitake fermentati.
Una esplosione di sapori fuori dal comune che hanno sottolineato una volta di più, qualora ve ne fosse bisogno, l’estro incontenibile di Salerno.
Ospite d’eccezione dalla simpatia travolgente, Azzurra D’Arpa concorrente di Master Chef Italia 10 nel 2021, anche lei affascinata dai vini della cantina Mandrarossa di Menfi, erta su una collina a circa 90m sopra il livello del mare in contrada Puccia a sud di Menfi, in una zona in cui si sposano perfettamente l’identità del paesaggio con la storia di un territorio in cui la mano umana, per una volta, non distrugge ma arricchisce e completa, una idea di modernità integrata nel territorio in maniera armonica che non vedo l’ora di vedere con i miei occhi dopo averla immaginata attraverso i racconti di Federica.