Solo pochi anni separano i tre fratelli De Vincenzo, ad unirli un legame fortissimo figlio di un affetto che traspare in ogni gesto e nelle parole che spendono l’uno per l’altro.
È Daniele a parlarmi di Barbara per primo, la descrive come una ragazza timida, dolce, quasi ritrosa, ma dalla tenacia di un pitbull nel perseguire i propri obiettivi.
Ed in effetti, la sensazione che avuto nel parlare con lei è quella di una persona pacata, dall’intelligenza lucida e i modi gentili.
A sua volta, Barbara racconta di Daniele come di un ragazzo forte, deciso e oltremodo affettuoso, così come la piccola di casa, Anna.
Tutti i De Vincenzo sono coinvolti nel progetto Etnazar, un e-commerce che punta sul turismo enogastronomico per “esportare” la Sicilia nel mondo.
Già dalla scelta del nome, il richiamo alla “terra” natia è evidente, un concetto che si evidenzia nella scelta dei prodotti reperibili nello shop.
- Il nostro è un lavoro di ricerca continua: prima effettuiamo le analisi di prodotto e il suo posizionamento sul mercato digitale, poi lo proviamo e solo allora lo inseriamo nel sito
Come nasce Etnazar? È un’idea è figlia del Covid?
- Assolutamente no! L’idea nata è venuta nel 2018, ma ha visto la luce nel Settembre 2019, mentre la società con le mie sorelle è stata costituita solo a Gennaio 2020, proprio nel precovid.
Nel momento più opportuno per il commercio on line, quindi.
- No, in realtà per noi è stato l’opposto: abbiamo dovuto affrontare una serie di difficoltà perché il Covid ha fatto nascere una miriade di siti di shopping on line di ogni genere e specie e tanti altri erano già ben posizionati. Siamo partiti a rilento, con molti partner siamo stati costretti a fare ordini diretti, ma adesso, finalmente, sta funzionando il dropshipping, ovvero non c’è la necessità di fare magazzino.
Cosa vi differenzia dalla massa?
- L’attenzione che poniamo nella scelta di prodotti di qualità, il fatto che vogliamo valorizzare il brand Sicilia in ogni settore – ci dice Barbara – Inoltre, abbiamo avuto modo di constatare come si sia evoluto il mercato nell’ultimo anno: i clienti non si limitano ad esigere prodotti di qualità, li vogliono in tempi brevi, il nostro impegno sta appunto nel soddisfarli appieno.
Ma perché Etnazar?
- Perché il Vulcano è conosciuto in tutto il mondo ed è sinonimo di Sicilia e poi perché abbiamo deciso di attivare tre sezioni: food, bazaar e travel (questi ultimi, gestiti da tour operator che fanno da customer service con i clienti a cui noi vendiamo i pacchetti). Vedi, siamo consapevoli di avere un enorme potenziale nel ramo del turismo enogastronomico, il punto è saperlo sfruttare, ma per farlo abbiamo bisogno della collaborazione dei partner che scelgono di stare con noi, abbiamo bisogno di fare rete. Il progetto che ci sta più a cuore, ad esempio, prevede che riusciamo a far conoscere il territorio attraverso i produttori che vorranno seguirci nella nostra visione collettiva. Siamo lontani dall’Italia, figuriamoci dall’Europa, ma se riuscissimo a creare un ponte ideale fra noi e i nostri clienti tutto sarebbe più facile. Per questo abbiamo creato sia il blog, sia una sezione dedicata ai video che consente al cliente di vedere da dove arriva il ciò che ordina, seguire la filiera e poi godersi il prodotto.
Messina però è una città difficile, cosa può offrire ai turisti?
- Una infinità di cose, pensa ad esempio alla possibilità di trascorre una mezza giornata su una feluca, partecipare ad una battuta di caccia al pesce spada e soprattutto pensa a quanto può essere interessante visitare una delle innumerevoli cantine che si trovano a Faro Superiore, partecipare a delle degustazioni in vigna, assaporare vini e prodotti tipici baciati dal sole di Sicilia, ristorati dalla brezza dello Stretto. Il progetto Etnazar originariamente è nato per dare voce a tutti i prodotti enogastronomici siciliani e valorizzare le eccellenze della Trinacria in Italia e non solo, ma ad oggi nella sezione Bazar sono tantissimi anche i brand di altre regioni che hanno chiesto di essere presenti.
Una mentalità decisamente imprenditoriale la vostra!
(Ancora una volta risponde Barbara)
- Si, ma non solo. Devo dirti che molta spinta a lanciarmi in questa impresa me l’ha data non solo osservare il successo che Daniele stava riscuotendo con la sua linea di Birre (Sikania, n.d.r.), ma anche l’aver assimilato tutta una serie di nozioni sul mondo enogastronomico mentre frequentavo il Corso Its Albatros di “Tecnico superiore responsabile delle produzioni e delle trasformazioni agrarie, agro-alimentari e agro-industriali”. Mi ha appassionato conoscere il mondo del vino, dell’olio, la filiera cerealicola e avere la possibilità di toccare con mano quanto appreso, ogni volta che prendevamo parte ad uno stage. È stato là che ho capito cosa volevo fare nella vita.
- In effetti – aggiunge Daniele – il segreto nell’affrontare un camino di studi di questo tipo è proprio questo: capire cosa si vuol fare “da grandi” e saper mettere a frutto tutte le conoscenze acquisite.
E voi, decisamente, le idee chiare le avete. E adesso quali sono i vostri sogni?
- Il mio – afferma Barbara – è quello di stupire il mercato lanciando un prodotto innovativo in campo enogastronomico, ma ancora è tutto in fase embrionale. Il mio invece – interviene Daniele, il più pragmatico fra i tre – è quello di portare a buon fine un’idea che stiamo realizzando con Cantine Patria: un kit da degustazione con annesso… sommelier, ma non voglio svelarti altro.
Li osservo prima di salutarli, nei loro occhi lucidi di entusiasmo, vedo il fuoco sacro della tenacia, l’energia della giovanissima età convogliata in progetti concreti evincenti, vedo una… Famiglia in Affari!