Chiude i battenti l’ottava edizione del Beer Catania con oltre 25 mila presenze registrate e 16 mila litri di birra spillati, nel fine settimana appena trascorso. L’evento più importante del Sud Italia per gli amanti della birra artigianali, organizzato da Beer Sicilia e Scirocco comunicazione, rinnova già con entusiasmo e consapevolezza l’appuntamento per l’edizione del prossimo novembre, forte dei numeri che hanno premiato un format che piace e convince e che candida Catania a capoluogo del movimento birraio del Sud Italia.
Da venerdì a domenica, all’Istituto Ardizzone Gioeni di via Etnea, è stato un via vai di beer lovers e beer geeks, ma
anche tante famiglie con bambini, che hanno apprezzato non solo la bontà delle proposte dei 17 birrifici presenti
siciliani, campani, del Molise, ma anche del Piemonte e della Lombardia, la patria della birra artigianale per storia e
cultura, ma anche per la qualità dei momenti formativi, con tre masterclass guidate da nomi di rilevanza nazionale, a
partire da Teo Musso, birraio di Baladin, uno dei rappresentanti più significativi del movimento, il primo ad aprire il
mercato alla birra .“Sin dall’inizio la mia intenzione è stata quella di mandare un messaggio forte sulla italianità della
rivoluzione culturale che stava partendo e una voglia di raccontare la nostra terra – ha Spiegato Musso – la birra non
esiste al singolare, ma ci sono tantissime sfumature, non solo di carattere regionale, ma di gusto, di sensibilità e
divertimento, e ci tanti appassionati, diventati, poi, imprenditori, che dalla Lombardia alla Sicilia, stanno portando il loro
entusiasmo dentro il bicchiere. Questo è il messaggio che vogliamo trasferire al consumatore. L’Italia conta 900 mila
birrifici attivi, e il cambiamento avvenuto in questi venti anni è stupefacente. Anche la Sicilia sta dando il suo contributo,
e non può che esserne orgogliosa”.
Con quasi un milione di bottiglie prodotte in un anno, la Sicilia è certamente la regione del Sud Italia più dinamica e in
crescita in fatto di produzione di birre artigianali, e sta assistendo ad un incremento vertiginoso del numero di piccoli
birrifici dove si produce la birra per la commercializzazione all' esterno, dei brewpub (ristoranti, pizzerie, pub, dove si
somministra la birra prodotta in proprio) e dei cosiddetti beer firm cioè dei piccoli birrifici dove si produce la birra per
conto terzi.
Se nel 2008 nell’isola si contavano solo quattro birrifici, ad oggi sono quasi quaranta i produttori attivi, e guardando alle
realtà più recenti non mancano aziende giovani e promettenti che hanno dimostrato curiosità verso la scena birraria
nazionale, disponibilità alla cooperazione con i colleghi vicini e una propensione allo studio e alla ricerca costanti. Una
sessantina di realtà imprenditoriali che collocano la Sicilia al secondo posto, tra le regioni meridionali dopo la Campania.
“Un fenomeno in crescita, che non guarda ancora alla grossa scommessa imprenditoriale se fatta solo per mero
guadagno ma legata a una scelta di cuore, di passione e consapevolezza – ha spiegato Francesco Chittari,
organizzatore del Beer Catania – Oggi la Sicilia potrebbe diventare non solo centro di produzione di grani e malti, ma
anche di trasformazione, nel momento in cui si riuscisse a realizzare un primo maltificio. Clima e terreni siciliani, inoltre,
potrebbero essere adatti alla produzione dei luppoli, vi è un esempio a Piazza Armerina, in modo da creare un prodotto
made in Sicily al 100%”.
Le altre masterclass sono state tenute da Andrea Camaschella, redattore di Fermento Birra Magazine, autore per
Cronache di Gusto, relatore in forum e laboratori, docente di degustazione per l’ITS Agroalimentare e in corsi dedicati
alla birra, con Pietro Pappalardo, presidente ONAF Sicilia che hanno proposto un percorso di abbinamenti di birre e
formaggi. E quella di Simone Cantoni, giornalista con la passione per la birra, uno dei più importanti divulgatori birrari in
Italia che ha proposto straordinari abbinamenti. “C’è da divertirsi e sorprendersi tantissimo, perché la birra è un prodotto
con un’identità cangiante e un eclettismo sorprendente – ha raccontato Cantoni – l’importante è abbandonarsi senza
pregiudizi. Vino e birra sono prodotti diversi – ha aggiunto – ma con molte affinità tra loro, hanno carte diverse da
giocare sul ring dell’abbinamento, senza essere in competizione. L’importante è valorizzare l’incontro del piatto e del
bicchiere, del morso e del sorso”.
A disposizione dei visitatori quest’anno, il bicchiere dedicato alla città di Catania e un’app “YHOP”, grazie alla quale gli
utenti sono stati aggiornati sulle birre spillate, valutando in tempo reale le esperienze di gusto.
Ufficio Stampa
Grazia Sicali
Letizia Carrara