Vi siete mai chiesti cosa c’è dietro i sorrisi delle donne? C’è chi ci vede solo la levità della frivolezza, chi l’essenza della “joie de vivre”, chi, invece, e sono pochi gli osservatori attenti, sa cogliere emozioni come fatica, dolore, orgoglio, rabbia…
Dietro lo splendido sorriso di Gea Calì, imprenditrice, sommelier e Winelover attenta, ad esempio, lo scorso 16 Luglio si leggevano fatica ed orgoglio per l’ottima riuscita dell’evento Drink PinK Sicily, che in una calda serata estiva ha animato il “SAL”, Spazio Avanzamento Lavori di Catania, con un elegia del rosato, vino a dire poco “snobbato” dai siciliani dal presunto “palato fine”. Del resto, ci sta no? Il rosato è un vino “pi i fimmini”, senza personalità,” né carne e né pesce”…
Tutti luoghi comuni che orbitano, solo in Sicilia peraltro, attorno a quello che è diventato lentamente ma con continuità, un vino amato a 360°e dalla forte caratterizzazione determinata dalle zone e dai vitigni di produzione. Smettiamola, quindi, per favore di definirlo una bevanda per “donnicciole snob”, il 67% degli acquirenti che lo scelgono, infatti, è costituito da uomini maturi e consapevoli, quindi, delle proprie scelte.
55 le cantine presenti (Al-Cantàra, Avide, Baglio del Cristo di Campobello di Licata, Barone di Villagrande, Barone Sergio, Barraco, Benanti, Bonavita, Calcagno, Cantina di Nessuno, Cantina Marilina, Cantine de Gregorio, Cantine Nicosia, Cantine Russo, Conte Uvaggio, Cottanera, Curto, Daino, Falcone, Feudi del Pisciotto, Feudo Cavaliere, Feudo Maccari, Feudo Vagliasindi, Firriato, Fischetti, Guccione, Gulfi, Gurrieri, I Custodi delle Vigne dell’Etna, Judeka, La Contea, La Gelsomina, Le Case Matte, Maggio Vini, Milazzo, Murgo, Palmento Costanzo, Paolo Calì, Pietradolce, Planeta, Primaterra, Santa Tresa, Tenuta Bosco, Tenuta La Chiusa, Tenuta Masseria Setteporte, Tenute Lombardo, Terra Costantino, Terrazze dell’Etna, Theresa Eccher, ValCerasa di Alice Bonaccorsi, Valenti, Vasari e Vivera), che hanno dato modo agli oltre 300 ospiti presenti, di apprezzare le centinaia di sfumature che caratterizzano la medesima tipologia di vino.
7 gli chef presenti… tutte donne: Bonetta dell’Oglio (“Avviso ai naviganti” , alici affumicate, spuma di caprino girgentano, croccante di grano duro, granita di pomodoro, realizzata da Giovanna Musumeci, e erbette di bosco), Bianca Celano (“Sicilia orientale”, Teriyaki di sgombro, Burrata, Mandorla, Melanzana affumicata), Sarah Cicolini del ristorante Santopalato di Roma (Terrina di lingua e coda, salsa verde e giardiniera), Oriana Foti dell’Accademia del Monsù di Catania (Alici a beccafico “Nudi e Crudi”), Rosaria Maio della Trattoria Mirò di Valverde (Calamarata ai sapori mediterranei), Rita Russotto del ristorante Satra di Scicli (Alalunga, verdura in giardiniera, vinaigrette al sedano, mostarda e miele e maionese al sesamo), Valentina Rasà di Cucina Manipura (Riso venere con cavolo rosso al sale affumicato e filetto di alalunga marinata all’arancia). A loro si sono affiancate Rosa Burgio del panificio Burgio di Serradifalco (Cl) che ha preparato pane e arancini di grani antichi e Valeria Messina del panificio Biancuccia di Catania che ha portato diverse tipologie di pane (offerto in degustazione con l’olio evo dell’oleificio Russo) e di dolci e la pasticcera Giovanna Musumeci di Randazzo che ha realizzato il sorbetto al rosato.
Una scelta, quella di schierare un team tutto al femminile, che all’apparenza potrebbe sembrare scontata ma che si è rivelata provocatoria e vincente: viviamo di stereotipi che la società ci impone, anche nel vino, lo accettiamo ma al solo scopo di dimostrare che noi donne se e quando decidiamo di fare squadra siamo inarrestabili e non servono “quote rosa” o riserve speciali, noi stesse siamo eccezionali!
Certo, in astratto ogni cosa è perfettibile, però per essere il primo grande evento del genere, non ci si può lamentare: ottimi vini, piacevole la musica, deliziosi i piatti proposti. La Sicilia in Pink vince su tutti i fronti!