Tre giorni non sono certo sufficienti per conoscere la storia, la cultura e il retaggio di un territorio, ma sono sufficienti per innamorarsi dei suoi profumi, dei colori che tinteggiano i paesaggi, del garbo e della disponibilità dei suoi cittadini.
Il mio breve “viaggio al centro del Pistacchio”, ha portato con sé tante inattese curiosità, a partire dall’albero di Pistacchio più grande conosciuto: quasi 300 metri di diametro per una mastodontica pianta dai deliziosi frutti di cui già nel 1942 il celebre botanico Pietro Bonifacio nella sua monografia “Il pistacchio” . Scriveva lo studioso: “presso Raffadali esistono 3 esemplari giganteschi e bellissimi di pistacchio visitati come rarità botaniche e capaci di produrre circa 200 kg di frutti ciascuno”.
Il Fastuca Fest è una delle vetrine del più ampio progetto “Il mito e la terra”, lanciato in territorio di Agrigento e che mette insieme diverse aziende del territorio con un paniere ricco di eccellenze allo scopo di unire gli sforzi produttivi potenziando l’offerta e le proposte di trasformazione del prodotto.
Ma non è tutto, sempre a Raffadali, in contrada Pietra Rossa, nel territorio di Agrigento ( in un terreno di 1,5 ettari che fa parte del Parco Archeologico della Valle dei Templi, diretto da Roberto Sciarratta, dove si trova una necropoli sicana risalente al 2500 a. C) sorgerà Il primo Museo vivente del Pistacchio. Le prime piante sono state messe a dimora dal direttivo del Consorzio del Pistacchio (formato dal presidente Calogero Frenda, il vicepresidente Francesco Nocera, il direttore Salvatore Gazziano, il responsabile dell’area tecnica Carmelo Bruno) sotto lo sguardo affascinato di noi giornalisti presenti alla settima edizione di Fastuca Fest, l’evento che celebra il Pistacchio di Raffadali Dop.
Si tratterà di una vera e propria banca del genoma dove verranno innestate tutte le varietà di pistacchio conosciute per un totale di 280 piante: “L’obiettivo – ha spiegato Calogero Frenda, presidente del Consorzio del Pistacchio di Raffadali Dop – è la conservazione del genoplasma di ogni cultivar. Qui verranno le scuole per far conoscere anche ai più giovani le differenze fra le varie tipologie di pistacchio, a partire dalla Bianca napoletana, quella che caratterizza la nostra Dop”.
Oltre al museo vivente prevista la ristrutturazione di un immobile dove sorgeranno un museo dell’arte contadina e una sala che sarà destinata agli eventi.
Il Fastuca Fest è stato una sorta di “borsa di Mary Poppins” colma di sorprese grazie ai laboratori tematici, degustazioni, wine tasting, showcooking e banchi d’assaggio dislocati nel centro storico del borgo in provincia di Agrigento, un evento dovuto alla tenacia del Consorzio che consta di 14 aziende che certificano, 250 ettari di terreno, 5mila quintali di Pistacchio Dop prodotti, 31 i Comuni che rientrano nel disciplinare (29 in provincia di Agrigento e due in quella di Caltanissetta), un giro d’affari di ottomilioni di euro, una produzione che per il 50% supera i confini regionali. Ma il mio Fastuca Fest è stato piuttosto l’occasione per fare un tuffo nel patrimonio umano che popola la mia terra, quella storica, quella che non smette mai di farti desiderare di crogiolarti al sole delle sue meraviglie e dei suoi difetti.