Aria di novità nella ristorazione Messinese, con la riapertura del ristorante Sacha di Via Nicola Fabrizi, si
inaugura ufficialmente, con qualche giorno d’anticipo, l’Autunno gourmet della Città dello Stretto.
Nuovo format affidato allo chef partenopeo Paolo Gramaglia, una Stella Michelin per il suo ristorante
President di Pompei.
Nuovo anche il design improntato sul “candore” come sinonimo di eleganza e “ricercata semplicità”,
concetti questi, che la famiglia Innocca, patron del locale, ha tenuto a fare propri.
Gramaglia ha personalmente seguito l’intero restyling (inclusa la formazione degli chef, del personale e la
scelta dei nuovi piatti) consigliando e motivando ogni soggetto interessato al progetto.
Il risultato, mostrato nelle scorse settimane alla stampa, è quello di un ambiente confortevole ed
accogliente, impreziosito dalla cucina a vista “incorniciata” da un lungo bancone d’appoggio che consente
ai commensali di godersi un aperitivo al volo, come un light lunch, osservando gli chef all’opera.
Rimane lo spazio dedicato alla Pizzeria, con proposte classiche e idee gourmet come la Fior di Crudo o la
Gialla. Nel menù di cucina, prevale la filosofia portata da sempre avanti dallo chef Gramaglia nel suo
ristorante: “sottrarre per moltiplicare”, ovvero meno ingredienti, più gusto per i clienti.
L’idea è quella di trasportare i commensali in un ideale viaggio nella tradizione gastronomica messinese,
con guizzi di innovazione come la Tagliata di Tonno in emulsione di olio, mentuccia, limone, nuvola di
patata e caviale di lombo.
L’arduo compito di affascinare la platea messinesse, notoriamente mutevole quanto esigente, spetterà da
ora in poi, a Nunzio Di Amico, giovane chef particolarmente attento alle richieste dei suoi commensali.
Alla stampa il duo Gramaglia-Di Amico, ha presentato un menù dimostrativo che si è aperto con l’idea dello
Stretto di Messina, dello chef napoletano: La Lupa, ovvero una tartelletta di pasta sablè sormontata da
crema di formaggio e da una cozza affumicata con trucioli di alghe. A seguire una freschissima Satura,
insalata di Farro e Orzo che apre da sempre i menù “veraci” in segno beneaugurale, qui proposta con
mirtillo disidratato, zest di limone, bacche di goji e passion fruit. Altra deliziosa proposta, una delicata
Ostrica aromatizzata al limone e passion fruit. A seguire, anello di totano ripieno di caponata siciliana,
sormontato da coda di polpo arrosto. Per il primo, la scelta è caduta su mezzi paccheri con polpa di
scorfano, crema di zucchine e vongole, mentre la portata principale è stata la “Ghiotta rossa di pesce
spada”, sulla quale si è accesa fra i giornalisti presenti una divertente diatriba circa gli ingredienti che in
origine comprendeva la ricetta messinese. Un rinfrescante sorbetto al limone ha fatto da apripista al dolce
“Non è la cassata, ma una fresca ricotta estiva Siciliana”, mentre per me, che da “siciliana atipica” prediligo
dolci privi della materia prima che per eccellenza i pasticceri della Trinacria utilizzavano a iosa, lo chef ha
scelto un leggero tiramisù rivisitato da Nunzio Di Amico in una spumosa crema allo zabaione.
Fra una portata e l’altra abbiamo anche avuto modo di provare qualcuna delle proposte degli chef relative
alla pizzeria, delle quali abbiamo apprezzato la “levità” dell’impasto decisamente gustoso. Insomma, un
menù che si ripromette di conquistare nel tempo gli esigenti palati messinesi.