Prende forma, nella terza domenica di novembre, un omaggio alla cultura culinaria partenopea, la proposta di una nuova legge della Regione Campania. Il consigliere Tommaso Pellegrino, capogruppo di Italia Viva, ha depositato la proposta per l’ “Istituzione della Giornata del Ragù Napoletano,” un’iniziativa che mira a preservare e tramandare la ricca tradizione di questo condimento unico nel suo genere.
Nella suggestiva cornice della terza domenica di novembre, un omaggio alla cultura culinaria partenopea prende forma con la proposta di una nuova legge nella Regione Campania. Il consigliere Tommaso Pellegrino, capogruppo di Italia Viva, ha depositato la proposta per l’ “Istituzione della Giornata del Ragù Napoletano,” un’iniziativa che mira a preservare e tramandare la ricca tradizione di questo condimento unico nel suo genere.
Un Patrimonio Centenario: Storia del Ragù Napoletano
Le origini del ragù napoletano sono molto antiche. Si ritiene che derivi da un piatto della cucina popolare provenzale, risalente al XIV secolo, chiamato “daube de boeuf”. Questo piatto era uno stufato di carne di bue, parti molto coriacee, mescolate a verdure e cotto lungamente in un recipiente di creta.
Nel corso dei secoli, il ragù napoletano ha subito diverse modifiche. Con l’arrivo del pomodoro in Europa, alla fine del XVI secolo, il piatto è stato arricchito di questo ingrediente, che gli ha conferito il suo caratteristico colore rosso. Inoltre, la carne di bue è stata sostituita da una miscela di carne di manzo, maiale e salsiccia, che conferisce al ragù un sapore più intenso.
Il termine “ragù” deriva dal francese “ragoût”, che significa stufato. Il ragù napoletano è diventato un piatto tipico della cucina napoletana nel XVIII secolo, durante il regno di Ferdinando IV di Borbone. In questo periodo, Napoli fu influenzata dalla cultura francese e molti piatti francesi, tra cui il ragù, entrarono a far parte della cucina napoletana.
Il ragù napoletano è un piatto molto versatile e può essere preparato in diversi modi. La ricetta tradizionale prevede l’utilizzo di carne di manzo, maiale e salsiccia, cipolle, carote, sedano, pomodoro, olio extravergine di oliva e vino rosso. Il ragù viene cotto a fuoco lento per diverse ore, in modo che la carne si disfi e il condimento diventi ricco e saporito.
Dal ‘Pippiatura’ all’Arte Contemporanea: Il Fascino del Ragù
La preparazione tradizionale del Ragù Napoletano richiede una cottura lenta e meticolosa di carne, pomodoro, cipolla, sedano, carota, vino rosso e aromi come basilico e origano. La carne usata può variare e includere spesso una combinazione di carne di manzo, maiale e salsiccia. La lunga cottura a fuoco lento permette agli ingredienti di amalgamarsi e sviluppare un sapore ricco e complesso.
Una caratteristica distintiva del Ragù Napoletano è il suo utilizzo di carne tagliata a pezzi grossi.
Il ragù napoletano si evolve nel corso degli anni, con una cottura di 5-6 ore di diversi tipi di carne che culmina nella “peppiatura,” fase finale e decisiva. Questa lunga cottura avviene con il coperchio leggermente aperto, consentendo all’aria di cullare la salsa e i pezzi di carne fino alla perfezione.
Inoltre, la salsa è spesso servita con una pasta robusta come le pappardelle o la pasta alla chitarra, che possono trattenere meglio la ricca consistenza della salsa. Un connubio tra passato e presente, celebrato da figure illustri come Eduardo De Filippo, Lina Wertmuller, Luciano De Crescenzo e gli attuali protagonisti come Casa Surace.
L’iniziativa Legislativa: Un Tributo alla Cultura Gastronomica
La proposta di legge, presentata in Consiglio regionale con il supporto di Nicola Caputo, assessore all’Agricoltura della Regione, Daniele Pugliese e Alessio Strazzullo di Casa Surace, punta a istituire ufficialmente la Giornata del Ragù Napoletano. Un’iniziativa che, se approvata, renderebbe questa tradizione culinaria il fulcro di una celebrazione annuale.